La plastica ha una lenta degradabilità, è per questo motivo che è opportuno fare la raccolta differenziata, basti pensare che contenitori in polietilene impiegano dai 100 ai 1000 anni per essere degradati, mentre sacchetti e carte telefoniche oltre 1000 anni.
Lo smaltimento della plastica si ottiene attraverso il recupero o il riciclo, ottenendo non solo nuovi prodotti, ma anche energia, calore ed elettricità.
La rilavorazione termica o meccanica dei rifiuti plastici è il punto di partenza per la produzione di nuovi prodotti.
Il riciclaggio chimico prevede il ritorno alla materia prima di base attraverso la trasformazione delle plastiche usate in monomeri di pari qualità di quelle vergini, da utilizzare nuovamente nella produzione. In pratica, i polimeri delle diverse plastiche vengono scomposti nei rispettivi monomeri, attraverso una “produzione al contrario”.
Il processo di termovalorizzazione consente il recupero energetico, ottenendo combustibili alternativi (CDR) utilizzati nei processi industriali e per la produzione di energia termoelettrica.
La plastica ha un potere calorifico ed è per questo motivo che è possibile il recupero energetico.
Il riciclaggio della plastica e i prodotti derivati
Nella raccolta differenziata la plastica viene trasportata in balle miste agli impianti di selezione e primo trattamento. I prodotti vengono separati manualmente oppure automaticamente tramite detector. Dopo che il materiale è stato selezionato, viene confezionato in balle di prodotto omogeneo e si avvia il successivo processo di lavorazione, al fine di ottenere nuove risorse.
Le caratteristiche chimiche del materiale riciclato sono molto simili a quelle iniziali. Infatti, spesso nella selezione dei rifiuti, è possibile suddividere in modo omogeneo le diverse tipologie. Il risultato che si ottiene viene definito “materia prima seconda”.
Dal riciclo di PET, PVC e PE si ottengono nuovi prodotti.
Da PET, PVC e PE si ottengono lastre per imballaggi, moquette, interni per auto, maglioni, fibre per imbottiture e nuovi contenitori.
Con il riciclo di PVC si ottengono prodotti edili, scarichi per l’acqua piovana e tubi.
Con il PE riciclato si possono produrre casalinghi, pellicole per imballaggi, tappi, detergenti per la casa e l’uso personale.
Con il riciclo della plastica si ottengono cartelloni stradali, arredi per la città, panchine.
LA PLASTICA
Le molecole della plastica vengono chiamate polimeri. Esistono diverse tipologie di plastica con caratteristiche comuni: leggerezza, lavabilità, economiche, malleabilità. Le materie plastiche più note sono:
POLIETILENE (PE): utilizzato per borse e buste di plastica, contenitori di vario tipo, tubazioni.
POLIPROPILENE (PP): lo si utilizza per mobili da giardino, prodotti per l’igiene personale, contenitori per alimenti e negli oggetti di arredamento.
CLORURO DI POLIVINILE (PVC): impiegato per la produzione di pellicole isolanti, tubazioni, produzione di vaschette per uova e per e carte di credito.
POLIETINENTEREFTALATO (PET): utilizzato per la produzione di fibre sintetiche e bottiglie di bibite.
POLISTIRENE (PS): impiegato per produrre tappi, piatti, posate e vaschette per alimenti.
Sono riciclabili i detersivi, le confezioni per alimenti, polistirolo espanso degli imballaggi, vaschette per l’asporto di cibi, flaconi per l’igiene personale, borse di nylon, shampoo, bagnoschiuma, bottiglie per bevande ma tutti i contenitori devono presentare le sigle PE, PET e PVC.
I contenitori che non contengono le sigle PE, PET e PVC non sono riciclabili, esempio: beni durevoli di plastica, articoli per l’edilizia, custodie per cd, musicassette e videocassette, piatti, bicchieri e posate in plastica, residui di materiali organici, sostanze pericolose.